Settimana di Passione
Tira sempre vento il venerdì, come se il Padreterno volesse ricordarci che questa ricorrenza è un atto d’amore che ha smosso il mondo.
Da bambino correvo perché sentivo le bande paesane girare per strada; andavano a prendere i Misteri per portarli nella piazza da dove sarebbe partita la processione. Era come se quella musica pomposa mi entrasse nei timpani per scivolare fino al cuore, e la visione di quei cristi di cartapesta si animava, in un patos che solo il giorno del venerdì santo sa ricreare.
Ogni anno durante la settimana santa ci sono ovunque processioni che si snodano per le vie, con i canti e i lamenti delle Confraternite Laicali che ricordano le antiche preghiere per il dolore di Cristo.
Gli incappucciati, uomini che scalzi con una catena legata alla caviglia, trascinano una pesante croce in legno.
Ecco, dico tutte le volte, il peccato uno lo commette forse ogni giorno, ma è soltanto in questi momenti che se ne ricorda, è allora si presta anche lui al calvario, per espiare i peccati o semplicemente perché così aveva fatto suo padre.
Questa è la Pasqua in Puglia, meravigliosamente suggestiva con i riti religiosi e folkloristici, perché il cuore batte ad intervalli precisi, come quando si sentono i colpi delle troccole, le tavolette in legno con le maniglie in ferro, che sbattendo emettono un suono forte al posto delle campane che in questo giorno non si suonano.
<<Vincenzo tieni la camicia, l’ho stirata ora, è ancora calda>>.
Mi dice mia moglie, e comincio a vestirmi, con l’abito scuro e la cravatta nera, perché il segno del lutto uno non lo deve portare solo nel cuore.
<<E tu non vieni alla processione?>>. Le chiedo mentre mi spruzzo un po’ di profumo.
<<Devo finire di cuocere il pesce. Poi devo andare dietro all’Addolorata>>.
Annuisco, perché so che mia moglie è devota a quella madonna, da quando il dolore di madre l’ha provato anche lei.
Scendo in piazza anch’io, quest’anno voglio portare in spalla la Veronica. Non lo faccio da anni per via della sciatica, ma oggi ho detto a Maria che non c’è male che me lo impedisca, io la processione del venerdì la devo fare come quando ero giovane, perché uno se non partecipa al dolore prima, non ha senso che poi festeggi la resurrezione con l’agnello al forno e le scarcelle. Mi faccio anche una scorpacciata di taralli con la glassa, ma prima di farlo bisogna mangiare il calzone di cipolle, sennò che passione è?
La Puglia nostra è ricca di misticismo e gastronomia che si fondono, un’atmosfera piena di elementi sensoriali scaturiti dalle struggenti marce funebri e dai canti religiosi sussurrati, in una dimensione fortemente teatrale. E il teatro non è l’esternazione delle emozioni?
I volti straziati dal dolore che abilmente hanno creato i maestri cartapestai, le labbra serrate del tradimento di Giuda Iscariota, gli occhi gonfi di lacrime di S. Giovanni o il volto pallido dell’Addolorata, con un pugnale conficcato nel petto e un fazzoletto ricamato in mano; una rappresentazione resa viva dalla suggestione e dalla fede, che ci fa entrare in un clima catartico che purifichi dal peccato universale, e mi fa sentire la commozione più sincera nello stomaco.
Ovunque si può vivere il mistero della passione, a Francavilla Fontana, a Valenzano, a Noicattaro e a Galatina. La passione è vissuta sin dal giovedì, la cosiddetta sera dei Sepolcri, che poi sepolcri non sono perché si chiamano Altari della Reposizione, con i piatti del grano germogliato.
A Bari vecchia c’è la tradizione di doverne visitare di numero dispari, nessuno sa il perché ma tutti lo fanno.
Fino al sabato mattina, quando in alcuni paesi portano in giro la Desolata che cerca il figlio messo in croce. Scene che ci riportano a riti e credenze popolari, racconti antichi portati dallo scirocco o dal levante, che qui sono due compari sempre presenti, che ci aiutano a tramandarci le tradizioni e la voglia di non perderle. Ecco perché il venerdì di quaresima c’è sempre il vento, come per ricordare le frustate sulla schiena di un uomo folle che ci volle portare alla salvezza.
Grazie Egidio per questo racconto che mi ha portato indietro nel tempo e nella memoria e mi ha ricordato anche qual è il senso del rito e quanto sia importante. Buona resurrezione a tutti
Che meraviglia… Mi è sembrato di essere li.
Questo racconto ti catapulta in quelle atmosfere, senti i sapori, vivi la tradizione, senti il vento….
… ricordo con piacere la Processione dei Misteri a Valenzano. Molto suggestiva!!!
L’incontro tra Gesù e Maria, quale momento più suggestivo. Grazie Ary per il tuo contributo. Verremo anche a Bisceglie … 😉
a Bisceglie, oltre ai misteri, il venerdì c’è “l’ incontro” tra Gesù e la Madonna! si incrociano nel loro cammino, si baciano per l’ultima volta! tutto il paese è li! è un attimo..silenzio bacio e via! …non si può descrivere! anzi no forse tu puoi!!! poi dopo tutti a mangiare la focaccia! ovviamente i sepolcri DISPARI!!!vi aspettiamo all’incontro!
Vero Nicola, assolutamente vero. Grazie per questo tuo commento. Ciao, 😉
Il teatro per esternare le emozioni, le rappresentazioni sacre per rievocare la storia, ricordare le proprie origini e rafforzare il proprio senso di appartenenza. Tutto fa venire voglia di lasciarsi trasportare dal vento pugliese per ritrovare se stessi.